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Hermann Huter

l campo è sopravvissuto fame
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
copyright location:
St. Anton
data della ripresa:
2008-08-19
traduzione inglese di:
Sylvia Manning - Baumgartner
traduzione italiana di:
Nicole D´Incecco
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1946
trascrizione:
C'erano tre baracche, una grande e due più piccole. Nella baracca grande dovevamo trovare alloggio tutti. E si dovette installare dei piani, lo dovemmo fare da soli, quindi, noi prigionieri. Gli uni stavano sotto, gli altri in mezzo e sopra. - Io stavo per lo più sopra, avevamo la puzza, sopra, e agli altri la sporcizia che cadeva giù. Non c’erano degli assi, poi dovemmo tagliare dei piccoli alberi di faggio, e metterli uno accanto all'altro, e lì sopra, se uno aveva una coperta o qualcosa, si aveva la coperta, altrimenti si stava su quegli alberi tagliati. Le ossa e tutto ti facevano male, perché non c’era niente sopra. Siamo stati lì tutta l’estate. - - - I vestiti non erano neanche più il meglio. Avevamo - io per esempio avevo ancora una giacca, che mi stava troppo grande ? poi avevo ancora una camicia, di una canottiera non ne parliamo neanche, non ne avevamo più. Un paio di mutande che erano un pò più lunghe, arrivava più o meno fino alle ginocchia. E - - - della camicia era rimasta soltanto la parte inferiore - cioè, le braccia - le maniche praticamente, e da lì fin giù c’era ancora una striscia - da tutte e due le parti - e me le legavo attorno alla pancia, questo era tutto l’abbigliamento. E un paio di scarpe, le cui suole erano quasi del tutto consumate. - Siamo rimasti lì dentro per tutta l'estate, e dovemmo tagliare la legna, in questo bosco, in questi boschi di faggio. Lì ci sono dei boschi enormi. Cinque uomini insieme. E lì - ogni uomo - dovette levigare un metro -un metro cubo di legna - su due pezzi di legno trasversali - ogni giorno. Non ne eravamo capaci. Se io lì - accanto c’erano - accanto al bosco, dove tagliavamo, c’erano dei boschi grandi, già disboscati. E lì sopra crescevano molti - molti lamponi e more. Se non li avessimo avuti, saremmo morti tutti di fame. E lì ci alternavamo, c'erano i partigiani - alcuni erano buoni, ci lasciavano - sapevano tutto. Ci lasciavano andare. Ogni ora andava un altro a mangiare le more. E così ci sfamammo tutta l'estate.